THE ONLY VIABLE PATH
Since May 5, our comrade Alfredo Cospito has been imprisoned under the 41 bis regime. This measure was ordered after months of censorship on correspondence and after the repressive operation Sibilla in November 2021, for which he received a warrant for his arrest in prison. Behind this repressive tightening of Alfredo’s prison condition is the state’s blatant desire to shut the mouth of a comrade who, during these years of imprisonment, has contributed much, through articles and interventions, to the anarchist debate.
The 41 bis is a hard prison regime, created to isolate, silence and annihilate the prisoner, trying to bring him to cooperation with Justice. Established in the late 1980s, it was initially applied in exceptional cases of riots or serious emergencies within prison institutions. In 1992, after the Capaci massacre, it was extended to Mafia convicts. Since 2002 it has also been applied to those convicted of terrorism and subversion, thus as an instrument of political repression. Also currently in this regime are some prisoners belonging to the communist BR-PCC organization. Originally established as a detention regime of a temporary nature, from emergency to emergency, this exceptionality has become the norm. This mechanism is now bread and butter for the majority of the population since the proclamation of the so-called pandemic. It is now evident: established an emergency measure, there is never a return.
Alfredo’s transfer to 41 bis, like the recent convictions of Juan, sentenced to 28 years for an explosive attack on a Lega headquarters, and Anna, convicted along with Alfredo for political massacre, are a real warning from the state: those who spread anarchist and revolutionary practices and ideas are buried alive. The anti-anarchist operations of recent years are also an example of the repressive tightening we are experiencing. In the face of this, we cannot be reduced to cashing in as best we can on the blows the state gives us, waiting for better times.
It is urgent that we lay the groundwork for a revolutionary, international solidarity that is concrete.
The only antibodies to confront the catastrophe to which the state and bosses are leading us day by day are propaganda and action that know how to go to the root, expressing the innermost meaning of our struggle: the destruction of the existent without any mediation.
OUT ALFREDO FROM 41 BIS. ALL FREE, ALL FREE
DEATH TO THE STATE, LONG LIVE ANARCHY!
anarchists
[Received by e-mail]
L’unico sentiero percorribile. Manifesto in solidarietà con l’anarchico Alfredo Cospito
L’UNICO SENTIERO PERCORRIBILE
Dal 5 maggio il nostro compagno Alfredo Cospito si trova prigioniero in regime di 41 bis. Questo provvedimento è stato disposto dopo mesi di censura sulla corrispondenza e dopo l’operazione repressiva Sibilla del novembre 2021, per la quale ha ricevuto un mandato d’arresto in carcere. Dietro questo inasprimento repressivo della condizione detentiva di Alfredo, c’è la palese volontà dello Stato di tappare la bocca ad un compagno che, in questi anni di prigionia, ha contribuito molto, con articoli e interventi, al dibattito anarchico.
Il 41 bis è un regime di carcere duro, nato per isolare, silenziare e annichilire il prigioniero, cercando di portarlo alla collaborazione con la Giustizia. Istituito verso la fine degli anni ’80, veniva inizialmente applicato in casi eccezionali di rivolta o di gravi situazioni di emergenza all’interno degli istituti penitenziari. Nel 1992, dopo la strage di Capaci, venne esteso ai detenuti per mafia. Dal 2002 viene applicato anche ai condannati per terrorismo ed eversione, dunque come strumento di repressione politica. Attualmente in questo regime si trovano anche alcuni prigionieri appartenenti all’organizzazione comunista BR-PCC. Originariamente istituito come regime detentivo di carattere temporaneo, di emergenza in emergenza, questa eccezionalità è diventata norma. Meccanismo, questo, ormai pane quotidiano per la gran parte della popolazione dalla proclamazione della cosiddetta pandemia. È ormai evidente: stabilita una misura emergenziale, non si torna mai indietro.
Il trasferimento di Alfredo al 41 bis, come le recenti condanne a Juan, 28 anni per un attacco esplosivo contro una sede leghista, e ad Anna, condannata assieme ad Alfredo per strage politica, sono un vero e proprio monito da parte dello Stato: chi diffonde le pratiche e le idee anarchiche e rivoluzionarie viene seppellito vivo. Anche le operazioni anti-anarchiche degli ultimi anni sono un esempio dell’avvitamento repressivo che stiamo vivendo. Di fronte a ciò, non possiamo ridurci ad incassare nel miglior modo possibile i colpi che ci dà lo Stato, attendendo tempi migliori.
È urgente porre le basi per una solidarietà rivoluzionaria, internazionale, che sia concreta.
I soli anticorpi per far fronte alla catastrofe alla quale ci conducono giorno per giorno Stato e padroni, sono una propaganda e un’azione che sappiano andare alla radice, esprimendo il senso più intimo della nostra lotta: la distruzione dell’esistente senza mediazione alcuna.
FUORI ALFREDO DAL 41 BIS. TUTTE LIBERE, TUTTI LIBERI
MORTE ALLO STATO, VIVA L’ANARCHIA!
anarchiche, anarchici